UN VULCANO NEL BICCHIERE, I GRANDI ROSSI DELL’ETNA – Nov 2019 – AIS Monza e Brianza

“Tutto ciò che la natura ha di grande, tutto ciò che ha di piacevole, tutto ciò che ha di terribile, si può paragonare all’Etna e l’Etna non si può paragonare a nulla.”
Dominique Vivand Denon
Un viaggio virtuale sul versante settentrionale dell’affascinante e imponente Etna organizzato dalla delegazione AIS di Monza e Brianza, una serata condotta magistralmente da Giorgio Fogliani, sommelier e scrittore, alla scoperta di un territorio da sempre vocato alla vitivinicoltura di qualità che ha saputo emergere negli ultimi anni grazie a vignaioli, agronomi ed enologi appassionati e competenti, volenterosi di valorizzare e far conoscere un territorio unico nel suo genere.
Un territorio composto da terreni sub-acidi a scheletro, ricchi di microelementi e minerali, ceneri, lapilli, sabbie, pomici, modellato ad arte nei secoli dalle continue colate laviche che hanno disegnato le cosiddette “contrade”, porzioni di territorio con caratteristiche peculiari.
Il clima nella zona della “Muntagna”, così come viene chiamato il vulcano dagli etnei, presenta caratteristiche continentali, con temperature più basse e piogge più abbondanti (concentrate soprattutto in autunno e in inverno) rispetto al resto della Sicilia, e con marcate escursioni termiche quotidiane e stagionali.
La zona settentrionale dell’Etna gode inoltre della protezione dei monti Nebrodi, determinanti nello schermare l’area conferendo un clima più caldo e asciutto rispetto al versante orientale e meno infuocato del versante meridionale.
Il vitigno principe per la produzione dei grandi vini rossi del versante nord è il Nerello Mascalese, gli altri vitigni coltivati nella zona sono quelli a bacca nera Nerello Cappuccio, Alicante e Francisi, e quelli a bacca bianca Carricante, Catarratto, Minnella e Grecanico.
Il Nerello Mascalese (nome derivante dal paese Mascali) è un vitigno diffuso in Sicilia, specie nella zona orientale, ed è l’incrocio naturale tra i vitigni Sangiovese e Mantonico Bianco.
Oltre ad avere la capacità di adattarsi a diversi tipi di suolo, è un vitigno resistente allo stress idrico, ha una bassa dotazione di antociani acilati (il che determina colori dei vini non troppo intensi), ha un’alta dotazione tannica ed è un vitigno tardivo.
Consente una produzione abbondante ma irregolare, è sensibile alle malattie e vuole potature corte, specialmente se allevato ad alberello.
L’alberello etneo è una forma di allevamento tradizionale per la zona (anche se attualmente la tendenza è la sostituzione di questa forma di allevamento con i sistemi a spalliera), consente rese basse (1 kg di uva a ceppo) e ben si adatta ad impianti fitti (circa 10000 ceppi per ettaro).
La DOC Etna (prima DOC siciliana ad essere riconosciuta ed una delle più antiche d’Italia, 1968) comprende le tipologie bianco, bianco superiore, rosso, rosso riserva, rosato e spumante, la base ampelografica della tipologia rosso (anche riserva) prevede l’utilizzo dei vitigni Nerello Mascalese (min 80%), Nerello Cappuccio (max 20%) e di altri vitigni non aromatici a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia (max 10%), una resa inferiore ai 90 q/ha e un titolo alcolometrico volumico min 12,5%, un’acidità totale minima si 5,0 g/l ed un estratto secco minimo di 20,0 g/l; le contrade ammesse sono in tutto 133.
Il versante settentrionale comprende 5 comuni, Bronte, Randazzo, Castiglione, Linguaglossa e Piedimonte, distribuiti lungo una fascia di circa 40 km con altitudine dei vigneti compresa tra i 400 e i 100 metri s.l.m, coltivati, nelle zone di forte pendenza, su caratteristici terrazzamenti contenuti da muretti a secco di pietra lavica che rendono unico il paesaggio.
Una menzione particolare meritano i “palmenti”, locali di vinificazione spesso inglobati in residenze rurali costruiti in pietra lavica su più livelli per sfruttare la gravità, legati agli aspetti più ancestrali e tradizionali dei processi di vinificazione, utilizzati fin quasi ai giorni nostri ma resi per legge negli ultimi anni inutilizzabili in quanto inadeguati dal punto di vista igienico sanitario.
Solo alcuni produttori disponibili ad investire ingenti capitali e volenterosi nel proseguire una tradizione secolare hanno adeguato il palmento alle normative vigenti, mentre altri hanno dovuto malvolentieri abbandonare questi locali o trasformare gli stessi in strutture ricettive.
Vini in degustazione:

SCIARE VIVE 2017 – VIGNETI VECCHIO
Ottenuto da uve Nerello Mascalese (96%) e altre uve bianche (4%) provenienti da un vigneto vecchissimo ad alberello con ceppi prefillossera e da un vigneto a spalliera di oltre 50 anni posti a 550 metri s.l.m su terreni di riporto, viene prodotto tramite diraspatura delle uve e fermentazione spontanea in acciaio inox di 10-15 giorni, affinamento in tonneau per 6 mesi, battonage e successivo affinamento in acciaio.
Si presenta con un color rosso rubino scarico, all’olfatto è spigliato, coinvolgente, frutti rossi, pepe, note balsamiche e minerali, grafite, al sorso è sottile, garbato, freschissimo, immediato e decisamente piacevole.
FEUDO DI MEZZO 2017 – GIROLAMO RUSSO
Ottenuto da uve Nerello Mascalese provenienti da un vigneto ad alberello vecchio di circa 60 anni posto a 670 metri s.l.m su un terreno sabbioso e profondo, vinificato in tini aperti che prevede fermentazione alcolica e malolattica spontanee, affinato in botti da 500 e 1000 litri.
Si presenta di color rosso rubino con lievi riflessi granati, offre profumi di frutta rossa sotto spirito, note balsamiche, spezie, legno, corteccia, liquirizia, al sorso è pieno, caldo, giustamente tannico, sapido e persistente.
FEUDO DI MEZZO 2016 – GRACI
Ottenuto da uve Nerello Mascalese (96%) e Nerello Cappuccio (4%) provenienti da un vigneto ad alberello vecchio di circa 85 anni posto su un terreno sabbioso, prodotto tramite macerazione in tini di rovere per 25 giorni senza controllo della temperatura e fermentazione malolattica spontanea, affinato per circa 18 mesi in rovere e 6-8 mesi in bottiglia.
Si presenta di color rosso rubino con lievi riflessi granati, offre profumi di frutta rossa concentrata, spezie, caffè, note ferrose, al sorso è energico, intenso, ha tannini ben integrati, è sapido ed elegante.
MUNJEBEL FM 2017 – FRANK CORNELISSEN
Ottenuto da uve Nerello Mascalese provenienti da vigne vecchie di circa 40 anni poste a 580 metri s.l.m, prodotto tramite diraspatura, pigiatura leggera, follature manuali, fermentazione di circa 60 giorni in vetroresina e affinamento di 12 mesi in vetroresina.
Si presenta di color rosso rubino con riflessi porpora, all’olfatto è caratteristico, profumi floreali, rosa, note balsamiche mentolate, profumi speziati, note cosmetiche, al sorso è slanciato, espressivo, minerale, di grande impatto ed eleganza.
I VIGNERI ROSSO 2018 – SALVO FOTI
Ottenuto da uve Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Alicante provenienti da diverse vigne tutte ad alberello, prodotto tramite vinificazione in antico palmento, senza controllo della temperatura né altro tipo di tecnologia, affinato in terracotta, non chiarificato né filtrato.
Si presenta di color rosso rubino intenso con riflessi porpora, offre profumi di frutta matura a bacca nera, note speziate, pepe, ginepro, sottobosco, al sorso è corposo, ha tannini ben integrati, è equilibrato ed espressivo.
VECCHIE VIGNE 2010 – MASSIMILIANO CALABRETTA
Ottenuto da uve Nerello Mascalese provenienti da vigne ad alberello vecchie di circa 80 anni poste a 750 metri s.l.m, prodotto tramite fermentazione in acciaio e successivo passaggio in botti da 70 hl, affinato sulle fecce fini alternando legno (50 hl) e acciao.
Si presenta di color rosso granato scarico, offre profumi evoluti, note terziarie, smalto, sentori vegetali, sottobosco, foglie secche, note tostate ed animali, tabacco, cuoio, al sorso è sorprendente, vivo, ha un tannino ancora vivace, una gradevole freschezza e mineralità, ed un sorso lungo ed elegante.
“Vi sono dei luoghi magici che meritano di essere contemplati e rappresentano un ponte fra il visibile e l’invisibile.”
Paulo Coelho