Chiara Soldati – LA SCOLCA – Febbraio 2021

Ciao Chiara, raccontami di te.
Mi chiamo Chiara Soldati, ho 46 anni e sono un’imprenditrice agricola, una produttrice vinicola.
Hai sempre lavorato nel mondo del vino?
Lavoro in azienda dal 1993, dopo aver terminato gli studi classici comincia il mio percorso di formazione professionale e seguo nello stesso tempo studi giuridici con indirizzo economico.
Trascorrendo molto tempo in vigna ed in cantina, e cominciando a viaggiare per allargare gli orizzonti commerciali dell’azienda, da mio padre assorbo la saggezza e lo spirito pionieristico soprattutto per quanto riguarda rigore, perfezionismo, curiosità ed impavidità, tratti che son serviti per conservare e proteggere la tradizione Soldati.
Le tappe professionali che hanno caratterizzato la mia formazione e lo svolgimento della mia attività lavorativa sono state frutto di un percorso non casuale, contraddistinto costantemente dalla volontà di approfondire e sviluppare le tematiche di qualità, innovazione e promozione territoriale, sempre sostenute da una forte etica personale e professionale.
La scelta di proseguire un’attività già avviata da tre generazioni ha portato ad una forte coscienza del passato, ma anche ad un occhio al futuro: l’innovazione della tradizione sotto il profilo gestionale, comunicativo e commerciale; inoltre il fatto di essere la prima donna dopo 70 anni di attività ha portato inevitabilmente ad occuparsi di tematiche prima poco sentite.
Prima tra tutte la necessità di porre lo sguardo oltre il confine aziendale e considerare il territorio di produzione come un terreno da curare e sviluppare per una migliore sinergia tra soggetti: questo giustifica il mio impegno in varie associazioni (Movimento Turismo del Vino, Donne del Vino, ecc…).
La scelta di continuare la cura dell’ambiente nella coltivazione degli ettari di vigneto e degli ettari di bosco di proprietà dell’azienda è frutto diciamo di un’educazione ambientale che comincia da lontano, proprio come insegnamento quotidiano famigliare e come modello da proporre nell’ambito di un moderno ed avanzato sistema di coltivazione.
Ne sono testimonianza gli ultimi investimenti in azienda quali l’inserimento di impianti per l’energia solare, la riconversione dei packaging con prodotti derivanti da carta e cartone riciclati, oltre a seguire i protocolli di ecosostenibilità che da decenni l’azienda metteva in pratica.
Oltre al mio costante e determinato lavoro in azienda, ho prestato il mio impegno in diversi settori enoturistici, sociali e per la parità di genere.
Mi sono dedicata alla promozione del turismo della mia regione natale già alla fine degli anni ’90, nominata dalla Provincia di Alessandria come capofila per il distretto Novi/Tortona per la realizzazione di un progetto di rilancio turistico seguito dall’Università Bocconi; dal 2005 al 2011 sono stata eletta presidente dell’associazione Movimento Turismo Vino Piemonte e nominata in seguito nel comitato esecutivo dell’associazione Movimento Turismo Vino Nazionale; dal 2007 al 2011 sono stata consigliere del distretto Langhe Roero e Monferrato.
Mi sono dedicata alla valorizzazione dei diritti delle donne collaborando dal 1998 con l’Associazione Nazionale Donne del Vino e con Confagricoltura Donna; sono stata nominata dal 2002 al 2005 dalla conferenza stato regioni membro rappresentante per le regioni del Nord Italia nell’Osservatorio Nazionale per l’Imprenditoria e il Lavoro Femminile in Agricoltura presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali; sono stata nominata nel 2019 consigliere dell’associazione internazionale Women of the Vine & Spirits, con sede negli Stati Uniti.
Nel 2004 sono stata nominata consigliera del Fondo Ambiente Italiano per il distretto di Novi Ligure dedicandomi al recupero e alla conservazione dei beni artistici e culturali del territorio; dal 2009 al 2011 sono stata nominata dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca come rappresentante nel consiglio d’amministrazione del Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, dedicandomi alla divulgazione del patrimonio letterario e culturale.
Dal 2019 ricopro la carica di Presidente del Centro Letterario Pannunzio di Torino dopo esserne stata membro nel comitato scientifico; dal 2012 al 2016 ho tenuto un corso come docente al master di comunicazione e territorio all’Università Cattolica di Piacenza; dal 2007 mi dedico con impegno al sostegno della ricerca sul cancro come consigliere di AIRC Liguria, impegno riconosciuto anche dal Rotary International, di cui sono socia dal 2009, con il conferimento della prestigiosa onorificenza “Amico di Paul Harris”.
Cosa ti piace del tuo lavoro?
“Nulla ha più senso della passione”: per vivere pienamente la propria vita ed il proprio lavoro non si può prescindere dall’avere come motore ed ispirazione una grande emozione.
Il vino per me è una grande passione che si ripete ogni anno nel momento della vendemmia, un ciclo che si rinnova portando con sé una affascinante gioia nel veder nascere il frutto di tanti mesi di lavoro, la stessa passione che si prova nel proporre e descrivere un mondo speciale nascosto dietro ad ogni assaggio.
Dopo una rigida e puntigliosa formazione professionale, posso oggi, ripercorrendo le mie “prime“ 27 vendemmie, constatare quanto questo cammino sia stato intenso ed abbia donato buoni frutti.
E come diceva il cugino Mario Soldati “il vino è la poesia della terra”.
Questo pensiero accompagna piacevolmente le mie giornate di lavoro ed è uno stimolo a ricercare sempre la sorpresa e lo stupore anche nelle azioni più scontate del nostro lavoro di produttori .
“Vignaioli si nasce, tecnicamente lo si diventa”: cosa significa essere vignaioli e qual è il valore aggiunto di questa sua esperienza di lavoro e di vita?
È una frase che ho scritto ed in cui credo.
Tecnicamente lo si diventa anche acquistando un’azienda, ma lo si nasce quando è qualcosa che scegli perché lo vivi, lo senti, ti appartiene nell’anima.
È una radice che nessuna scuola ti può insegnare, io l’ho sentita e penso sia stato fondamentale l’esempio di mio padre; questo mio attaccamento alla terra e al lavoro, un po’ ancestrale, è viscerale.
Ma la passione ha bisogno dello scheletro della ragione, così come la ragione per essere efficace deve avere l’ampio respiro della passione.
La sensibilità per la tua terra si riversa nella sensibilità per il prodotto, per il tuo team, per il cliente.
Io lavoro in azienda da vent’anni e ci sono arrivata per scelta mia e con grande umiltà; questo è un mestiere che non puoi ereditare, ma ti deve piacere, e tanto.
Il produttore di questo tipo di vino, quello che in inglese chiamo il “signature wine”, cioé il vino con la firma, crede nel prodotto, lo ama, vuole essere partecipe al momento di produzione, essere sul mercato, ma non per protagonismo: è un po’ come il legame che lega uno chef al suo piatto o un arista ad un’opera d’arte.
Da quanto tempo la tua azienda produce vino?
La Scolca: centodue anni di passione enologica.
“Il vino, poesia della terra” (Vino al Vino – M. Soldati).
In queste poche parole si sintetizza la filosofia che da oltre 100 anni accompagna La Scolca ed i suoi vini nel lungo cammino enologico; un’azienda innovativa che guarda al futuro con innovazione per raggiungere ed offrire sempre un elevato standard di qualità.
Ma sicuramente l’obiettivo principale dell’azienda è quello di emozionare attraverso i suoi vini, di non limitarsi a presentare un prodotto, ma di far entrare in un mondo pieno di fascino.
La Scolca ha trasformato i chicchi d’uva Cortese in vere e proprie pepite d’oro di un territorio povero e aspro che la mia famiglia, da quattro generazioni, ha saputo rendere unico e generoso, grazie ad intuizioni che nel tempo hanno premiato un approccio imprenditoriale che pareva visionario: dalla scelta del Cortese, al continuo investimento nell’acquisto di boschi e vigneti, quasi tutti di proprietà, che garantiscono l’eccellenza del prodotto, l’equilibrio biodinamico e la salute dell’ambiente.
Per noi è un traguardo importante, ma soprattutto un punto di partenza per guardare al futuro, La Scolca in dialetto significa proprio “guardare lontano”.
Abbiamo ultimato la nuova cantina, un’area interamente dedicata alla didattica aperta per consumatori e professionisti, una lounge tra i vigneti, una nuova proposta per un packaging innovativo, un progetto di un nuovo sito web moderno ed interattivo, tutti elementi che danno nuova energia con cui guardare al futuro, ma con una solida esperienza e tradizione a fare da guida.
Alcuni dati relativi alla tua azienda:
– Ettari vitati: 50 ha
– Numero bottiglie prodotte: dipende dalle annate
– Vitigni coltivati: principalmente Cortese
– Regime di conduzione in vigna: seguendo canoni biodinamici
Che significato ha per te il vino?
Vino è cultura: il nostro futuro sta alle nostre spalle, non si può prescindere da tutta una tradizione precedente, occorre rispettare e innovare.
Del resto quando andiamo a proporre il nostro vino in contesti internazionali non ci poniamo come conquistatori, ma ascoltiamo e comprendiamo il bagaglio culturale delle singole realtà.
Questo periodo particolarmente difficile ha messo in evidenza differenze culturali enormi nel modo di affrontare questa calamità.
Come hanno reagito i russi? Con modalità che mettono in luce il retaggio di ordine, disciplina, la capacità resiliente di superare le problematiche, ma anche la sensibilità come nei grandi romanzi di Tolstoj o Dostoevskij; i tedeschi? Lucidi ed efficienti; gli anglosassoni? Dimostrando un’attitudine diversa dalla nostra cultura mediterranea o dell’est Europa, ricorrendo alla scienza, all’efficienza e al rispetto delle regole.
Gli italiani sono stati straordinari, reazioni creative, i canti e le musiche sui balconi; del resto il nostro Paese ha radici antichissime, il nostro Rinascimento, Dante, una tradizione culturale immensa che permette di non appiattirsi, di avere libertà di opinioni e di crescita e di ricavare il nuovo dal passato.
Gian Maria Buccellati, prestigioso orafo, mi confidava che le ispirazioni migliori vengono dal saper vedere con occhi nuovi il passato, l’arte; visitare una mostra è trarre spunto per un nuovo gioiello.
Così è per la creazione di una musica, di un libro, e così è per il vino che è sintesi di emozione, di benessere e affonda in una antichissima tradizione.
Qual è a tuo parere il vostro vino più rappresentativo?
Sono due i vini simbolo dell’azienda, impossibili da dimenticare una volta assaggiati: il “Gavi dei Gavi Etichetta Nera” (100% Cortese), un vino che stupisce per la complessità e l’eleganza dei profumi e per il gusto lungo ed intenso, ed il “Brut D’Antan” (100% Cortese), il nostro spumante pregiato, prodotto solo nelle annate migliori tramite spumantizzazione metodo classico con lungo affinamento in bottiglia (almeno 10 anni) a contatto con lieviti autoctoni selezionati.
Vini dagli aromi e dai sapori unici, che hanno conquistato il mondo e le tavole più prestigiose per le occasioni speciali, vini che emozionano, che stupiscono, perché al profumo delicato contrappongono una grande personalità.
In un mondo che fa della velocità e della globalizzazione un must, noi abbiamo saputo cogliere l’importanza del valore del tempo, con la consapevolezza che certi risultati si ottengono solo con il tempo e con la continua ricerca dell’eccellenza.
Sono vini delle origini, vini del tempo perduto, vini che fanno riemergere sentori e profumi della memoria; hanno l’anima del fanciullo ma il cuore da adulto, stile ed eleganza.
A quali pietanze li abbineresti?
Sicuramente ad un astice alla catalana, ad una tartare di pesce oppure ad un rombo al forno.
C’è un libro, una poesia o una canzone con cui questi vini si potrebbero sposare perfettamente?
“My way”, del grande Frank Sinatra.
Hai un sogno nel cassetto?
Avere sempre l’entusiasmo e la forza di non accontentarsi, di emozionarsi per nuove strade e nuovi progetti.
Grazie per la disponibilità Chiara, in bocca al lupo!

LA SCOLCA
Strada per Rovereto, 170/r – 15066 Gavi (AL)
tel 0143 682176
contatti@scolca.it
Ho avuto il piacere di assaggiare:
BRUT D’ANTAN 2008
GAVI DEI GAVI D’ANTAN 2007
GAVI DEI GAVI ETICHETTA NERA 2019
SOLDATI BRUT